Il tuo fianco vivificante,
o Cristo, come fonte che zampilla dall’Eden, bagna la tua chiesa.
Sei stato crocifisso per me, per far scendere su di me il perdono;
hai avuto il fianco trafitto, per far scaturire per me fonti di vita;
con chiodi sei stato trafitto,
perché l’abisso dei tuoi patimenti mi facesse certo della tua potenza, e io gridassi a te :
O Cristo datore di vita, gloria alla tua croce,
o Salvatore gloria alla tua passione !
Quando Giuseppe insieme a Nicodemo depose dal legno Te,
che ti avvolgi di luce come di un manto;
e contemplandoti morto, nudo, insepolto,
inizió un lamento pieno di compassione, dolente diceva :
“Ahime, Gesú dolcissimo !
poco prima il sole, vedendoti pendere dalla croce,
si ammantava di tenebra;
la terra si agitava per il timore, si lacerava il velo del tempio;
ma ecco,
io ora ti vedo per me volontariamente disceso dalla morte.
Come potró seppellirti, Dio mio ?
Come ti avvolgeró in una sindone ?
Con quali mani toccheró il tuo corpo immacolato ?
O quali canti potró mai intonare per il tuo esodo, o pietoso ?
Magnifico i tuoi patimenti,
inneggio alla tua sepoltura insieme alla tua resurrezione,
acclamando : Signore, della vita, gloria a Te”.